lunedì 21 luglio 2014

Gelato al pistacchio di Bronte e miele bio (senza gelatiera)

gelato al pistacchio senza zuccheroNon credevo si potesse fare un gelato perfettamente cremoso senza gelatiera e invece... è molto più semplice di quanto immaginassi! A dirla tutta l'unico elettrodomestico utilizzato per questa ricetta è il congelatore. Come? Il segreto è nel procedimento.
Per questa bontà ho utilizzato una crema biologica al pistacchio di Bronte e miele d'acacia, senza latte e senza zuccheri aggiunti. Ricordo che il miele d'acacia è quello con più basso indice glicemico (40-50), la metà dello zucchero semplice, e con un potere dolcificante decisamente superiore. 
E' possibile realizzare questo gelato con ingredienti vegetali, come ho fatto io, ossia con latte e panna vegetale da montare, oppure con gli ingredienti tradizionali, quindi panna e latte vaccino, nelle stesse proporzioni. Sicuramente è da escludere, a mio parere, l'utilizzo di uova nella preparazione di gelati, in quanto il procedimento di pastorizzazione non è sempre sicuro. E poi, il bello di fare il gelato in casa è proprio quello di mangiare qualcosa di buono senza colesterolo, senza zuccheri aggiunti e con ingredienti genuini!

Ingredienti per 700 g di gelato:
- 250 g di latte di mandorle o di soia
- 250 g di panna vegetale da montare senza grassi idrogenati
- 200 g di crema di miele e pistacchio Thehoneyland
- 70 g di pistacchi di Bronte al naturale sgusciati
- topping al cioccolato q.b.
- cialde senza zucchero

Procedimento:
Innanzi tutto mettere nel congelatore un contenitore in acciaio. Per fare il gelato senza gelatiera è importante avere un contenitore che conduca bene il freddo.
Intiepidire leggermente il latte e versare la crema di miele e pistacchio (1). Mescolare fino a quando la crema non è ben sciolta e il composto ben amalgamato (2), se non avete tempo potete utilizzare un mixer (io ero sprovvista di qualunque elettrodomestico). Mettere in frigo e aspettare che si raffreddi.


gelato al pistacchio senza zucchero
Intanto montare la panna a neve (3), come vedete anche in questo caso non mi sono servita di elettrodomestici, ma di una frusta manuale: è possibile fare il gelato avendo soltanto il congelatore! Quando il composto sarà freddo iniziare ad incorporarlo poco alla volta alla panna facendo lenti movimenti dal basso verso l'alto in modo che la panna si smonti meno possibile (4).
Una volta amalgamato il tutto, prendere la ciotola d'acciaio dal freezer e versare il composto (5). Mettere subito il composto in congelatore e ogni 20 minuti o mezz'ora rimescolarlo bene (6). Consiglio di fare questa operazione per circa 4-5 ore. Il segreto del gelato senza gelatiera è tutto qui! 
gelato al pistacchio senza zucchero
Ridurre i pistacchi di Bronte in una granella grossolana (7). Ovviamente è possibile acquistare la granella di pistacchi già fatta, ma non avrà lo stesso sapore. Realizzare il topping al cioccolato seguendo la ricetta che trovate QUI.
Il gelato deve riposare nel congelatore per 12-24 ore dopo la sua solidificazione, in questo modo sarà al meglio per essere gustato. 
Servire aggiungendo la granella di pistacchi, il topping e cialde a piacere.
La porzione consigliata è di 50-60 g.

voilà... 


gelato al pistacchio senza zucchero



gelato al pistacchio senza zucchero



gelato al pistacchio senza zucchero




gelato al pistacchio senza zucchero

sabato 19 luglio 2014

Indice glicemico e carico glicemico

Spesso in questo blog avete sentito parlare di indice glicemico (IG). Viste le numerose richieste di
informazioni e di spiegazioni, abbiamo deciso in questo post di fare chiarezza sui significati delle terminologie utilizzate.

Innanzi tutto la glicemia è il valore della concentrazione di glucosio nel sangue; tutti i diabetici, in particolare noi di tipo 1, sono costantemente alle prese con la misurazione di questo valore con i glucometri. Tenere sotto controllo la glicemia è un esercizio mentale e fisico quotidiano, non semplice, ma dalla nostra parte abbiamo la possibilità di conoscere l’IG di ciò che mangiamo e in qualche modo prevedere come questo influirà sul nostro equilibrio glicemico, quindi sulla nostra salute.

In generale, ad un indice glicemico più basso di un alimento è connessa una minore quantità di insulina, sia che questa venga prodotta dall'organismo negli individui sani, sia che venga somministrata dall'esterno. Un team di nutrizionisti che ha partecipato al summit mondiale organizzato a Stresa da NFI (Nutrition Foundation of Italy) e Oldways USA ha sottolineato la necessità di classificare i carboidrati (CHO) non più in semplici e complessi, o se vogliamo, in zuccheri e amidi. In effetti non tutti i cibi che contengono zuccheri provocano un rapido aumento della glicemia, e allo stesso modo non tutti gli alimenti che contengono amidi sono connessi ai fastidiosi e soprattutto dannosi picchi glicemici. Per prima cosa gli esperti, hanno ribadito la necessità di una nuova classificazione dei carboidrati, basata su: indice glicemico (IG), carico glicemico (CG) e risposta glicemica (RG).

  • L'indice glicemico è un sistema di valutazione della qualità dei carboidrati, basato su un punteggio da 0 a 100, in grado di differenziare quelli che vengono digeriti, assorbiti o metabolizzati velocemente, ossia ad alto IG, da quelli che lo sono lentamente, ossia a basso IG. Il valore di riferimento principale per l'IG è dato dal glucosio, al quale viene attribuito un IG pari a 100. Dunque l’IG di un alimento viene calcolato testando, su volontari sani, quanto aumenta la glicemia in risposta al consumo di un alimento contenente una quantità standard di carboidrati (50 grammi), rispetto alla stessa quantità di glucosio (assunto sotto forma di acqua zuccherata). Ad esempio, se esso è pari a 50, significa che l'alimento in questione aumenta la glicemia della metà (50%) rispetto al glucosio. Quindi l'indice glicemico misura la rapidità con cui il valore della glicemia nel sangue sale dopo aver assunto un alimento contenente 50 grammi di carboidrati.


  • Il carico glicemico (CG), invece, tiene conto sia della qualità del carboidrato quindi dell'IG, che della quantità presente nella porzione media di un determinato alimento o di una ricetta. Come si ottiene? Basta moltiplicare i grammi di carboidrati presenti in una porzione media per l'IG.


  • La risposta glicemica (RG) è il valore complessivo che indica l'andamento dei livelli di glucosio rilevabili nel sangue dopo aver assunto qualunque alimento contenente carboidrati. Essa varia da persona a persona ed è influenzata dall'alimentazione e dallo stile di vita.

Anche se a noi farebbe davvero comodo, in realtà non esiste un metodo semplice per predire l’IG di un alimento. È necessario ricercare il valore dell’IG in siti web affidabili, quale, ad esempio, www.glycemicindex.com. Ecco a titolo di esempio alcuni alimenti ad alto (≥70), medio (56-69) o basso (≤55) Indice Glicemico (IG):



In generale, i carboidrati meno lavorati, meno cotti e più grezzi hanno l’IG e il CG più favorevole.
E’ importante sapere che i metodi di cottura influenzano l'IG. Infatti, secondo i ricercatori della NFI, più si prolunga la cottura di un alimento ricco di amidi in acqua, più rapida è la digestione enzimatica dei carboidrati, e quindi più alto è il picco glicemico. Ad esempio la cottura al dente della pasta e del riso, tipica della nostra cultura, ha favorevoli implicazioni sulla nostra salute, ma in generale per chi adotta una dieta mediterranea è molto più semplice seguire un regime a basso IG, basti pensare alla presenza nelle nostre diete di tanta verdura e legumi, della pasta e dell’orzo, uno dei cereali con più basso IG.

Inoltre le farine integrali presentano un IG minore rispetto alle farine raffinate, ecco perché nella preparazione di dolci è importante eliminare la farina tipo 00 (la più raffinata) ed utilizzare farine integrali, semi integrali o comunque meno raffinate possibile.


Infine è importante nei dolci sostituire lo zucchero bianco con dolcificanti naturali con più basso IG e con maggiore potere dolcificante rispetto allo zucchero, in modo da utilizzarne anche meno, per approfondire andare nel post Zucchero sì, zucchero no, dedicato ai modi di dolcificare.

Per concludere, perché è preferibile secondo gli esperti del “Carbohydrate Quality Consortium” consumare i alimenti non solo a basso IG ma anche a basso CG? I vantaggi sono soprattutto quattro: il miglioramento del controllo della glicemia nei pazienti diabetici, la riduzione del rischio di sviluppare il diabete tipo 2 e malattie cardiovascolari, soprattutto negli individui in sovrappeso e con stili di vita sedentari, il miglioramento dei livelli di colesterolo nel sangue di altri fattori di rischio cardiovascolare e il miglioramento del controllo del peso corporeo.

domenica 6 luglio 2014

Crostata di albicocche e mirtilli senza zucchero

crostata albicocche e mirtilli senza zucchero vegan
Le proprietà benefiche della frutta di stagione sono davvero tante e vale la pena approfittarne sfruttandole al massimo! 
Le albicocche, ricche di vitamina A e C e di potassio, sono un toccasana per tutti. Indicate particolarmente per chi ha problemi di anemia o di spossatezza cronica, sono molto digeribili ed hanno un basso indice glicemico, quindi adatte per noi diabetici. La vitamina A è utile per lo sviluppo delle ossa e l'alta percentuale di potassio è in grado di prevenire vari disturbi a livello nervoso e muscolare. Inoltre la vitamina A è in grado di stimolare la produzione di melanina, la sostanza responsabile dell'abbronzatura e della protezione della pelle, fondamentale in questa stagione.
Le infinite proprietà del mirtillo potete trovarle QUI nella ricetta per i ghiaccioli al succo di mirtillo.
Questa crostata estiva è perfetta per una merenda sana, gustosa e a basso indice glicemico. Non contiene ingredienti di origine animale, quindi perfetta per chi segue una dieta vegana.

Ingredienti:
- 250 g di farina tipo 1
- 60 g di zucchero di mele DolceDì RdA
- 40 g di olio evo
- 8 g di lievito biologico
- succo di mela q.b.
- Fiordifrutta di albicocche RdA
- 5-7 albicocche (regolarsi in base alla grandezza)
- 1 manciata di mirtilli (20-30)

Preparazione:
Unire la farina con il lievito, io ne ho utilizzato uno biologico (2). Aggiungere l'olio e iniziare ad amalgamare (1). Sciogliere lo zucchero di mele in un po' di succo di mela e con questo irrorare l'impasto (3), aggiungere succo di mela poco a poco fino a raggiungere una consistenza di frolla (4). 


Non serve far riposare la frolla, che potrà essere subito stesa in una teglia rotonda. Lavare le albicocche, asciugarle e tagliarle in spicchi (5). Stendere uno strato di Fiordifrutta alle albicocche sulla frolla (6) e iniziare a disporre le albicocche secondo la vostra fantasia (7). 
Completare con i mirtilli (8).

crostata albicocche e mirtilli senza zucchero vegan
Infornare a 180° per circa 30 minuti. Controllare la cottura: se le albicocche sono molto succose potrebbero aver imbevuto di più la frolla, quindi proseguire la cottura.
Sfornare e lasciare raffreddare.

Buona merenda!

crostata albicocche e mirtilli senza zucchero vegan


crostata albicocche e mirtilli senza zucchero vegan



crostata albicocche e mirtilli senza zucchero vegan




crostata di albicocche